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martedì 2 settembre 2014

muro del pianto, cap. 1

Mi dispiace fare di questo blog il mio personale muro del pianto. Probabilmente non è giusto crogiolarsi in  questo modo sulle proprie disgrazie. In effetti sto bene, ho un bravo bambino, ho un compagno che fa da amante e domestico (poraccio), ma io non riesco a digerire quello che mi sta capitando.

Il problema grosso, in tutto questo, è che non riesco a pensare ad altro.. non riesco a pensare che tutto quello per cui ho lavorato così tanto in questi anni sia andato in fumo, e vedo nero ovunque. E, come conseguenza di ciò, mi chiudo. Non voglio uscire, non voglio vedere o sentire nessuno. So che dò il peggio di me, ma, seriamente, perché devo sforzarmi di essere contenta? Dai, con Mattia lo devo fare, perché lui merita una madre con un minimo di sanità mentale, e il mio compagno.
Per il resto se non sento nessuno è meglio. "Come va?" mi chiedono. Quante volte posso rispondere "di merda?". Due, tre, dopo si stufano loro, e mi stufo io. Mi dico che devo cambiare strada, ma cambiarla dopo 4 anni di notti insonni mi sembra ingiusto (non che quello che sto vivendo ora sia meglio eh?). 
Comunque così. Poi non ne posso parlare perché ieri ho tentato e mi sono sentita dare della ridicola. E' vero, ne ho parlato con chi è nella mia stessa situazione e non si piange addosso come la sottoscritta. Probabilmente, anzi dai, sicuramente, sono un papabile successore dei più grandi tragediografi greci. Forse, a pensarci, scrivendo le mie disavventure a qualcosa sarà servito tutto questo dolore. Comunque sappiate che non è solo il tradimento in amore che fa male. Ce ne sono altri che sono in grado di procurare parecchio fastidio.

2 commenti:

  1. Non so se stiamo parlando della stessa cosa, ma se metti amore, impegno e molto di te stessa, nel lavoro e in ciò che fai, le delusioni se arrivano sono cocenti e te lo dico perché dopo dieci anni passati dando tutta me stessa, facendo salti mortali e apportando alla realtà che gestivo moltissimi cambiamenti e miglioramenti, sono stata messa all'angolo. Non per demerito intendiamoci ma perché "mi costi troppo" e nonostante la mia volontà a trovare una soluzione per entrambi che fosse soddisfacente, sono stata ignorata, non sono stata cacciata ma se restavo restavo alle loro condizioni, assurde e approfittatrici. Tanto impegno,tanta fatica, e nemmeno grazie alla fine anzi ti dirò di più me ne segno andata da un po e ho ancora stipendi arretrati.

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  2. guarda, gli ambiti sono diversi (io lavoro nel pubblico, pubblico che ho sempre difeso ma dove, da quando mi sta succedendo questa cosa, non riesco a non pensare tutto il male possibile) e le motivazioni per cui io e la mia categoria siamo stati messi all'angolo sono diverse. Qui tu segui le regole, dando tutta te stessa (leggi: 4 anni di notti insonni per conciliare lavoro, studio e pupo), e poi queste regole vengono cambiate al ribasso (la laurea che hai fatto è equiparata al diploma che hai già), rendendo inutili i tuoi sforzi, ecco, io non riesco a farmi andare via questo fastidio, che a tratti è davvero insopportabile. Non riesco perché non posso credere che in questo momento storico ancora prevalgano i compromessi al ribasso. E si, il lavoro, soprattutto il lavoro fatto con passione e con anima può comportare delusioni davvero cocenti.

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